Quello dei friulani e degli italiani per la casa è un amore incondizionato che resiste agli urti della vita, adattandosi a cambiamenti socioeconomici sostanziali dettati dalla crisi economica. Che questa relazione non sia immutabile e, anzi, sfrutti le avversità per rinnovarsi lo dimostra il boom della vendita di case di legno registrato negli ultimi anni.

I dati contenuti nel “Rapporto 2019 – Case ed edifici in legno” di FederlegnoArredo sono utili a comprendere il dinamismo che caratterizza il settore: solo nel 2018, sono state realizzate 3.144 abitazioni in legno, che corrispondono al 7,1% delle nuove costruzioni. Se si considerano anche gli edifici non residenziali (276 realizzazioni), nel 2018 il comparto è in espansione e frutta alle imprese costruttrici più di 724 milioni di euro, facendo segnare un +5% rispetto all’anno precedente.

Con questi numeri, l’Italia si attesta al 4° posto in Europa nella produzione di edifici in legno, dopo Germania, Regno Unito e Svezia. Sempre secondo l’Associazione, la bioedilizia residenziale è presente soprattutto in Lombardia (23%), seguono Veneto (19%), Trentino-Alto Adige (12%) ed Emilia-Romagna (11%). Il 4% in Friuli VG. La crescita è costante e in assoluta controtendenza rispetto all’andamento di un settore, quello dell’edilizia, ancora in sofferenza. 

Un altro elemento positivo che emerge dal Rapporto riguarda i dati legati alle esportazioni: il valore del segmento, pari a circa 50 milioni di euro, ha avuto anch’esso una impennata sensibile (+28%) rispetto all’anno precedente. Infatti, molte delle imprese costruttrici hanno indirizzato oltre il 10% della loro produzione fuori dall’Italia, soprattutto verso Svizzera, Germania, Croazia, ma anche Mozambico e Algeria.

Aumenta anche l’interesse di committenti privati e pubblici per questa tipologia di edifici, trainato, in particolare, da alcuni fattori: la riduzione al minimo dei consumi energetici dell’abitazione, il rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, la competizione in termini di costi di costruzione e la sicurezza dal punto di vista sismico.

A esplorare le riconosciute potenzialità del legno come materiale per le costruzioni unite alle nuove frontiere della tecnologia sono sia aziende storiche del comparto, che startup innovative, le quali spesso, decidono di fare squadra con progetti che, a esempio, si propongono di applicare soluzioni di intelligenza artificiale alle case in legno, realizzando quelle che oltremanica chiamano Cognitive Building, edifici “pensanti”, attivi e partecipi della vita di chi li abita, considerati oggi il futuro delle costruzioni perché in grado di configurare ambienti più sicuri e personalizzati. (Essegipress)