Secondo l’ultimo “Pellet Market Overview 2019 – Preliminary Report”, pubblicato nel novembre 2019 dall’European Pellet Council, a livello mondiale la domanda di pellet di legno ha registrato una crescita costante, sia nel mercato industriale che in quello del teleriscaldamento. I cambiamenti nei programmi di incentivazione possono avere un impatto radicale sull’uso industriale di questo combustibile, così come la stagione invernale molto mite (stagione del riscaldamento) può provocare un crollo della produzione e una riduzione dei consumi. Queste incertezze hanno generato ritardi nella realizzazione di nuovi insediamenti produttivi in aree ad alta disponibilità di materie. La domanda sale più velocemente dell’offerta 

In Nord America l’aumento della produzione di pellet di legno è rimasto relativamente basso nel 2018 a causa dei ritardi nei progetti di nuovi impianti produttivi e delle cattive condizioni meteorologiche (uragano, incendi boschivi, inondazioni), che hanno influito sul volume complessivo della produzione aumentata di 200.000 tonnellate (+8%). Il Canada rimane ancora il terzo produttore mondiale, dietro la Cina e l’Ue-28. L’Europa, che nel suo complesso è cresciuta di oltre il 9,2% raggiungendo i 20,1 milioni di tonnellate di produzione di pellet nel 2018, continua a essere il leader mondiale indiscusso. I Paesi Baltici sono tra i pionieri nella produzione di pellet, avendo iniziato a produrre quantità significative di pellet già dagli anni ‘90. Da allora, la produzione di pellet si è sviluppata rapidamente in tutti e tre gli Stati baltici (Lettonia, Estonia, Lituania), anche se nel 2018 vi è stato una carenza di disponibilità di materie prime. Una carenza iniziata nel 2017, quando condizioni meteorologiche estreme hanno ostacolato le operazioni boschive e a causa di ciò i prezzi sono aumentati a un livello record. La situazione è cambiata nel 2019, anno positivo dal punto di vista dell’approvvigionamento di materie prime. Le previsioni indicano che nei prossimi anni il livello di produzione di pellet di legno nei Paesi Baltici aumenterà leggermente poiché saranno messe in funzione poche nuove unità produttive, come quella che Stora Enso sta attualmente costruendo a circa 100 km a est di Riga, presso la segheria di LaunKalne. Negli ultimi anni però, il consumo di pellet di legno pregiato nella regione del Mar Baltico ha iniziato a crescere rapidamente, arrivando a circa mezzo milione di tonnellate l’anno: si prevede che il consumo locale di pellet di legno di alta qualità continuerà ad aumentare nei prossimi anni. Il volume della produzione in Russia è aumentato del 12% nel 2018, portando la produzione totale a 1.600.000 tonnellate, probabilmente come conseguenza della forte domanda proveniente dall’Europa e anche a causa dei sussidi per l’esportazione di questo combustibile, principalmente rivolta a Danimarca, Belgio, Svezia, Regno Unito e Corea del Sud. Per i prossimi 10 anni la Russia prevede un tasso di crescita medio annuo del 10% ed essendo già tra i primi tre paesi produttori di pellet ENplus, potrebbe diventare un leader mondiale in futuro. Il consumo interno in Russia è ancora molto basso, circa il 10% della produzione totale, perché in molte regioni mancano sussidi. Visti gli elevati costi di trasporto verso il resto d’Europa, è logico che i piccoli produttori vogliano vendere la maggior parte della loro produzione sul mercato interno, e non appena i punti di deposito di materiali combustibili inizieranno a professionalizzare il mercato nazionale, il pellet di legno certificato ENplus può diventare un combustibile richiesto anche in Russia. Nonostante questa crescita piuttosto dinamica dell’offerta, la domanda di questo combustibile continua a crescere in Europa più rapidamente della produzione. Nel 2018 la domanda di pellet in Europa è aumentata di 2,1 milioni di tonnellate rispetto al 2017, con un incremento dell’8%, inferiore all’aumento dell’11% osservato nel 2017, anche perché le stagioni di riscaldamento 2016-2017 e 2017-2018 sono state decisamente più fredde rispetto agli anni precedenti nella maggior parte dei paesi dell’Ue. Nel 2018 la domanda è aumentata sia nel settore residenziale/commerciale che in quello industriale, rispettivamente del 5% e del 13%circa. La crescita inferiore del consumo di pellet nel 2018 rispetto al 2017 può essere spiegata con le vendite di apparecchi per il riscaldamento in Europa che non hanno registrato, in questo periodo, una forte crescita. Fanno eccezione Svezia e Francia che hanno registrato il più alto aumento (in termini assoluti) del consumo di pellet come combustibile per gli impianti residenziali, ma anche per quelli commerciali. È probabile che, nel corso del 2020, la Francia mostrerà una crescita ancora più forte grazie alla continua vendita di apparecchi a pellet di legno. L’Italia ha registrato una leggera diminuzione, del -4,5%, nel consumo di pellet, ma è ancora il maggiore consumatore di pellet per uso residenziale in Europa. Negli ultimi anni gli inverni in Italia sono stati caldi e gli autunni molto freddi, pertanto la crescita dell’utilizzo del pellet di legno è stata poco dinamica. Una serie di politiche focalizzate sulla qualità dell’aria e le relative campagne mediatiche, hanno contribuito a ridurre le vendite, influenzando i consumatori e/o incentivando alcuni produttori a concentrarsi maggiormente sui prodotti di alta qualità, piuttosto che sui volumi di produzione. Lo scorso anno, una primavera fredda ha in parte attenuato la stagione invernale negativa, ma il consumo di pellet è leggermente diminuito. Quindi tutti guardano verso la prossima stagione invernale che potrebbe rappresentare un punto di svolta nel mercato – in positivo o in negativo.

Cresce la consapevolezza ecologica degli europei 

Tenendo conto del fatto che la domanda di pellet di legno in Europa e nel mondo è in costante crescita, e di una maggiore consapevolezza ambientale della società, l’Europa è alle prese con il problema della disponibilità di materia prima che viene utilizzata anche per produrre, per esempio, pannelli o serve da combustibile all’industria energetica professionale. Va inoltre aggiunto che il fenomeno dello smog, che negli ultimi anni è diventato un problema per la maggior parte delle città europee, è la ragione di un cambiamento nel modo di pensare di un numero sempre maggiore di persone, e che la sostituzione obbligatoria delle caldaie con quelle di classe superiore, che sono più efficienti e costituiscono fonte di calore ecologico, ha contribuito a un sensibile aumento della domanda. In sintesi, va ricordato che improvvisi aumenti dei consumi o un inverno inaspettatamente freddo, possono portare a temporanee difficoltà di approvvigionamento del combustibile, mentre d’altra parte estati calde e lunghe e inverni miti possono portare a un improvviso crollo del mercato. È quindi necessario che l’industria del pellet aumenti la sua flessibilità e la sua credibilità. Un modo per farlo è quello di standardizzare i prodotti con marcature riconoscibili come ENplus e, possibilmente, con un sistema di certificazione nazionale. È anche importante riconoscere il valore della cooperazione – l’intero settore insieme – e impegnarsi a produrre pellet di legno di qualità. (Fonte: PF Magazine, settembre 2020)