L’investimento va nella direzione dell’ulteriore efficienza e produttività, nonché del rispetto dell’ambiente. È ciò che sta per fare la Domini Legnami di San Pier d’Isonzo, impresa nel settore del legno con un’esperienza ultrasettantennale alle spalle. Infatti, sta per essere installata una nuova caldaia a biomassa nello stabilimento di via Mattei. Garantirà una potenza termica a pellet o cippato da 2.000 kW e circa 1.600 kW con corteccia o materiale affine. Sarà completa di sistema automatico di pulizia del fascio tubiero e delle sicurezze necessarie per il rispetto delle norme vigenti. La caldaia emetterà in atmosfera circa un decimo del pertinente limite di legge, dotata di canale fumi di ultima generazione.

La pulizia del fascio tubiero avverrà attraverso un apposito sistema pneumatico da collegare ai compressori del locale attiguo. I tubi dello scambiatore saranno sottoposti a un soffio d’aria in pressione di breve durata, gestito e temporizzato dal quadro elettrico della caldaia. La biomassa di origine vegetale può essere una grande risorsa energetica, in grado di diminuire la dipendenza da importazioni di combustibili fossili e la produzione di C02. L’uso di biomasse è considerato a bilancio nullo rispetto all’anidride carbonica, perché, durante la combustione, viene rilasciata la stessa quantità di C02 fissata dalle piante durante la crescita. Infatti, la biomassa vegetale è la materia che costituisce le piante. L’energia

contenuta è energia solare immagazzinata per mezzo della fotosintesi clorofilliana. La biomassa è una risorsa rinnovabile, ma con un ben preciso tasso di ricrescita; richiede un’accurata pianificazione, per la sostituzione delle piante tagliate con piante aventi ciclo di ricrescita adatto, la rotazione dei terreni, la creazione e l’adattamento delle infrastrutture viarie, il trasporto e lo stoccaggio. «Secondo uno studio dell’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – spiega Adriano Domini -, attualmente le biomasse contribuiscono in Italia a meno del 2% del fabbisogno energetico primario.

Un contributo largamente al di sotto del potenziale disponibile, in gran parte dato da legna da ardere usata in caminetti e stufe, spesso obsoleti e poco efficienti». Al contrario, le tecnologie per l’utilizzazione dei combustibili vegetali in impianti di riscaldamento domestici hanno segnato grandi progressi, raggiungendo livelli di efficienza, affidabilità e comfort simili a quelli degli impianti a gas o gasolio.